Dall'Osto Antonio
Brevi dal mondo
2019/9, p. 36
Mozambico:Assalti di milizie islamiche Congo Repubblica democratica: Nell’Est la gente è allo stremo Germania: Rapida diminuzione dei religiosi/e

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Testimoni
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Mozambico
Assalti di milizie islamiche
Nel nord del Mozambico, nella provincia di Capo Delgado, da oltre un anno e mezzo ci sono “poteri occulti che pretendono di imporre i propri interessi”, uccidendo centinaia di persone, incendiando villaggi, chiese, moschee e seminando ovunque distruzione.
A denunciare questa situazione dimenticata dal mondo è mons. Luiz Fernando Lisboa, brasiliano, vescovo della diocesi di Pemba, in una coraggiosa lettera aperta al popolo di Capo Delgado, dove sono in corso da settembre 2017 oscuri assalti di sedicenti milizie islamiche provenienti dai Paesi limitrofi o ribelli interni.
È una regione ricchissima di pietre preziose (soprattutto rubini), terre, legname. “Voglio lanciare un appello a tutte le persone di buona volontà di Capo Delgado – scrive nella lettera giunta al Sir, che porta la data del 18 luglio 2019 –, perché non ci rassegniamo alla violenza e non ci stanchiamo di chiedere giustizia e pace”. “Come fantasmi – osserva mons. Lisboa -, i ribelli (contro chi o cosa?) appaiono e scompaiono senza farsi vedere, nei momenti più inaspettati, lasciando dietro di sé solo tracce di disastri. Ma sappiamo che i fantasmi non esistono. È un pezzo di lenzuolo che nasconde qualcosa o qualcuno. Abbiamo bisogno di tirare giù questo lenzuolo per smascherare chi si nasconde dietro e sapere contro chi lottiamo o, meglio, chi ci sta annichilendo, per sapere come difenderci e porre fine al male che ci opprime”.
Il vescovo descrive la sua visita pastorale nel distretto di Palma, dove ha incontrato centinaia di persone sfollate dalle proprie case o in lutto per la morte dei propri cari. E bambini che non possono andare a scuola perché le scuole sono chiuse. “La Chiesa, le istituzioni e la comunità – afferma – vivono in un clima di paura e insicurezza”. Mons. Lisboa chiede “indagini precise e chiare” e pone alcuni interrogativi: “C’è un legame con il traffico di organi? Si tratta di riciclaggio di capitali? Gli attacchi sono legati al commercio di pietre preziose? La nostra provincia è un corridoio di trafficanti di beni diversi? Non ci sarà un problema di esagerata concessione di terra per lo sfruttamento minerario?”. Per il vescovo di Pemba “viviamo da più di un anno e mezzo in una situazione in cui è difficile pensare e parlare al popolo di ‘speranza, pace e riconciliazione'”, finché il popolo stesso sarà “strumentalizzato da poteri occulti che cercano di imporre i propri interessi”. (Agenzia Sir)
Congo, Repubblica democratica
Nell’Est la gente è allo stremo
Sono anni che si parla della drammatica situazione dell’est della Repubblica democratica del Congo. Ma non è cambiato niente, anzi è peggiorata, come ha dichiarato p. Alberto Rovelli, da Bukavu, all’agenzia Fides. “Nell’Est della Repubblica Democratica del Congo – ha affermato – la vita è durissima. Si tocca con mano la miseria. La gente è allo stremo. I giovani vogliono fuggire”. P. Alberto è un missionario bergamasco, 77enne, dei Padri Bianchi, da più di cinquant’anni missionario in Africa. Dopo anni in Africa occidentale, nel 2017 è stato inviato a Bukavu, nella Repubblica democratica del Congo. Qui si è scontrato con una situazione complessa e difficile. “L’Est del Congo è ricchissimo – ha affermato. Sulle miniere di questa regione si sono scatenati gli appetiti degli Stati confinanti (Ruanda, Uganda, Burundi) e dei politici congolesi corrotti. La lotta per accaparrarsi i giacimenti è agguerrita. Spesso si scatenano scontri furibondi che provocano decine di morti. Ricordo che solo nei combattimenti di Natale 2018 le vittime sono state più di 160”.La regione è instabile, teatro di dispute continue. “L’ex presidente Joseph Kabila – afferma padre Alberto – formalmente ha lasciato il potere, ma pare sembra che, nei fatti, governi ancora lui gli equilibri di potere. Qui si dice che, in passato, Kabila ha fatto un patto scellerato con il Ruanda promettendo, in cambio di un sostegno, mano libera nella regione orientale congolese. Si teme che l’attuale instabilità e le interferenze ruandesi siano figlie di quella promessa”.La popolazione è stremata. Non c’è lavoro, non ci sono prospettive per il futuro. La miseria è diffusa. “I padri di famiglia non hanno lavoro – ripete il missionario – e non possono mandare i figli a scuola né permettersi l’assistenza sanitaria. Nei giorni scorsi una vedova è morta, lasciando sei orfani, perché non aveva i soldi per curarsi. Nel 2019 una cosa del genere non può e non deve accadere!”.Anche i giovani sono insofferenti: vedono il misero panorama intorno a sé e lo confrontano con l’immagine ricca e opulenta che arriva, tramite la televisione o internet, dell’Europa e del Nord America. Per questo sognano di emigrare. “Vedono Paesi ricchi con tante opportunità e così vogliono scappare. Noi cerchiamo di dissuaderli e di convincerli a rimanere, a far crescere la RD Congo. Non so se ci riusciamo. So che qui la gente vive un dramma infinito che affidiamo ogni giorno alle mani di Dio”. (EC) (Agenzia Fides 17/7/2019)
Germania
Rapida diminuzione dei religiosi/e
Recentemente papa Francesco ha inviato una lettera ai vescovi tedeschi per sostenerli nel cammino sinodale che hanno intrapreso, ma anche per esprimere la sua preoccupazione per l’erosione e il deperimento della fede nel paese.
È preoccupante anche la rapida diminuzione dei religiosi/e come si può costatare dai dati pubblicati dalla rivista Ordens Korrespondenz – della Conferenza dei superiori/e maggiori di Germania nel quaderno 2 del 2019.
Istituti e ordini femminili
Lo stato dei membri degli istituti femminili al 31 dicembre 2018 dava i seguenti dati: 308 generalati, province, regioni, abbazie e monasteri autonomi. Al loro ambito giuridico appartengono, a quella data, 17.257 religiose professe, di cui 14.257 in Germania (l’anno prima,15.038) e circa 3.000 all’estero. Il numero delle professe nel Paese è sceso pertanto di 781. Negli ultimi 20 anni il numero delle religiose è passato da 33.699 nel 1998 a 14.257, vale a dire si è praticamente più che dimezzato.
In patria, 1.072 professe agli Ordini contemplativi e 13.185 alle comunità di vita attiva. Attualmente all’interno del Paese, le case delle religiose, compresi i monasteri, sono 1.226 (all’estero 423). Delle 14.257 religiose in Germania, 9.999 hanno superato i 75 anni, mentre 4.258 sono in età inferiore. Di queste 4.258, 1.604 sono tra i 50 e i 65 anni, 1.918 tra i 66 e i 75.
Negli Ordini contemplativi il 59% dei membri hanno superato i 65 anni; tra le suore di vita attiva la percentuale è dell’85%.
Anche il numero delle novizie è leggermente sceso a 58 (l’anno prima, 61). Di queste, 36 sono entrate in un istituto di vita attiva e 22 in una comunità contemplativa. Le suore degli istituti di vita attiva costituiscono il 92% del numero totale delle religiose; quelle di vita contemplativa, l’8%: ad esse tuttavia fanno capo il 38% delle novizie. All’estero si contano altre 165 novizie, per cui il numero totale riferito alle comunità tedesche sale a 223.
Religiosi negli istituti clericali
I membri degli istituti clericali al 31 dicembre 2018 era così composto: 93 province, abbazie, priorati e regioni di 49 diversi Istituti e congregazioni. Alla medesima data facevano parte del loro ambito giurisdizionale 4.253 religiosi professi (l’anno precedente , 4.374), di cui 3.511 in Germania (l’anno precedente, 3.642) e 742 all’estero (nell’anno precedente 732).
Attualmente ci sono in Germania 368 case e comunità religiose di religiosi sacerdoti (nell’anno precedente 385). Singolarmente presi, al primo posto si collocano di gran lunga i benedettini: in 30 case, 25 abbazie e priorati giuridicamente autonomi vivono 598 membri (l’anno precedente, 616) Padri e Fratelli che seguono la regola di S. Benedetto. Al secondo posto segue la famiglia francescana con 512 membri distribuiti in 77 case di francescani (290), cappuccini (109), minori (107) e gli appartenenti a un Commissariato dei francescani regolari del terz’ordine (6).
Numericamente alle comunità dei benedettini e francescani seguono i gesuiti (274), i Missionari di Steyl (231), i salesiani di don Bosco (227) e i pallottini (182). Dei 489 professi di provenienza straniera solo il 61% proviene dall’Europa, il 27% dall’area asiatica.
Il numero dei membri impegnati nello studio della teologia (chierici/scolastici) scende a 81 (l’anno precedente, 94). Nel 2018, in Germania, 12 hanno ricevuto l’ordinazione sacerdotale. Il 54% dei membri degli istituti clericali sono oltre i 65 anni e solo un quinto sotto i 50. Nel giro di 40 anni il numero dei religiosi sacerdoti è passato da 8.444 nel 1978, a 3.511 nel 2018. Al 31 dicembre 2018 c’erano 35 novizi nei noviziati degli istituti clericali (nel 2017: 43; nel 2008, 96; nel 1998, 68). Nel numero sono compresi anche i novizi del secondo anno di noviziato.
I religiosi Fratelli
Il gruppo dei religiosi Fratelli comprende 11 Ordini e congregazioni – insieme 11 province e regioni. 157 religiosi professi in Germania (l’anno precedente, 162) e altri 48 all’estero (l’anno precedente 66). Dei 157 religiosi fratelli in Germania, distribuiti in 32 case religiose, 14 sono sacerdoti e altri 8 diaconi permanenti. Nel 2018 un membro di una congregazione di fratelli ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale. Dei 20 professi di origine straniera, 14 provengono dall’Europa e 5 dall’Asia. Nel 2018 gli istituti di fratelli hanno avuto due novizi (nel 2017,1; nel 2016, 2) 6 sono deceduti. Nel 2018 ci sono stati anche quattro abbandoni.
a cura di Antonio Dall’Osto