Ghini Emanuela
Piccola Famiglia dell'Annunziata: MADRE AGNESE “La grazia della sposa felice”
2019/4, p. 7
L’11 marzo la Chiesa di Bologna ha consegnato al suo Signore, nella madre Agnese Magistretti, (29.10.1923 - 09.03.2019), guida per tanti anni delle sorelle della Piccola Famiglia dell’Annunziata, una donna materna, schiva e accogliente, una monaca che ha illuminato quietamente per decenni tanti fratelli sofferenti, poveri, cercatori di senso e di pace. Una consegna nella quale è emersa la bellezza della morte cristiana, che trasforma il dolore e l’umano rimpianto per una persona amata nell’esperienza di una comunione infrangibile.

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Piccola Famiglia dell’Annunziata
MADRE AGNESE “LA GRAZIA DELLA SPOSA FELICE”
L'11 marzo la Chiesa di Bologna ha consegnato al suo Signore, nella madre Agnese Magistretti, (29.10.1923 - 09.03.2019), guida per tanti anni delle sorelle della Piccola Famiglia dell'Annunziata, una donna materna, schiva e accogliente, una monaca che ha illuminato quietamente per decenni tanti fratelli sofferenti, poveri, cercatori di senso e di pace. Una consegna nella quale è emersa la bellezza della morte cristiana, che trasforma il dolore e l'umano rimpianto per una persona amata nell'esperienza di una comunione infrangibile.
Nella fruizione di questa maternità forte e tenera rispondo alla domanda di richiamare qualche ricordo di una persona che dal suo silenzioso distacco, nella lontananza da ogni minimo segno di mondanità, ha illuminato la vita di tanti. Rispondo da persona che non appartiene alla Piccola Famiglia, ma che ha avuto in essa e in don Giuseppe Dossetti le sue radici monastiche, la sorgente di grazia che ha irrorato la sua vita, nonostante il grande ostacolo della personale non mitezza.
I miei lontani ricordi
Ricordi lontani, quando le prime cinque-sei sorelle si erano riunite in una villetta a San Luca e alcuni di noi, studenti in ricerca, alcuni non credenti, ma affamati di parola di Dio, salivamo dalla città alla celebrazione delle lodi e alla messa mattutina di don Giuseppe. Rammento don Umberto Neri, che si preparava a entrare nella Piccola Famiglia, Paolino Serra Zanetti, già dedito ai più poveri, Athos Righi, che muoveva i primi passi nella comunità nascente.
Eravamo pochi alle 5 del mattino nella cappella che aveva di fronte il sole nascente; a destra e a sinistra dell'altare le cinque o sei sorelle cantavano le lodi. Suor Agnese, alta ed esile allora, aveva un filo di una voce dolce e bellissima. La delicatezza dei modi e la gentilezza del tratto lasciavano trasparire la forza di un carattere fermo ed equilibrato. Sapevamo che era medico, che era stata assistente di padre Gemelli, che don Giuseppe teneva tanto al suo consiglio.
Quando lasciai Bologna per il Carmelo, il distacco più duro fu quello dalla Piccola Famiglia di san Luca, da don Giuseppe, da suor Agnese. Dopo decenni, ricordo il suo sorriso, le sue parole sussurrate, la tazza di tè con la quale accorse per alleviare nella distrazione il mio dolore. Un silenzio vigile e memore, segnato da pochi scritti incisivi e sapienti di sr. Agnese, ha custodito il nostro cammino, mi ha aiutato a crescere nell'ascolto della parola di Dio, nell'amore al carisma del Carmelo, nella comunione con il Signore Gesù, nella perseveranza dell'accoglienza del suo amore, nella fraternità con le sorelle. La preghiera "coelesti lumine" che ha dato origine alla Piccola Famiglia è stata il nostro legame, ha illuminato quella che madre Agnese chiamava "l'impegnativa vocazione carmelitana".
La sua dedizione al carisma della Piccola Famiglia, che lei ha contribuito a far crescere a fianco di don Giuseppe, infaticabile nel raccogliere gli scritti di lui, le fonti della creatura nata dalla dedizione e dalla passione di entrambi e progressivamente di tanti figli e figlie, ha arricchito quella che mons. Corrado Lorefice nell'omelia delle sue esequie ha chiamato la sua luminosa femminilità: la grazia della sposa felice, che dona ai fratelli e figli quanto riceve dall'Amato, nell'umile fatica dei giorni, illuminati da quello che don Giuseppe chiamava il sole dell'Eucaristia, la Parola divenuta cibo per la fame dei cuori.
Nel mondo della mitezza
Madre Agnese ha verificato con la vita le parole che ha detto un mese prima del suo ritorno a Dio: “Bisogna entrare nel mondo della mitezza”.
Testimonianza di mitezza è stata anche la sua accettazione di alcune riserve sulla teologia di Dossetti espresse dal card. Biffi, all'interno della sua immensa stima per la santità del fondatore della Piccola Famiglia. Madre Agnese parlò sempre del cardinale con un affetto e una tenerezza grandi: "gli voglio moltissimo bene", diceva. Giacomo Biffi a sua volta ha sempre espresso la sua alta stima e ammirazione per madre Agnese, di cui lodava la concretezza e il grande limpido equilibrio.
Il cardinale di Bologna, a cui era familiare il discorso sugli angeli, certo sperimenta ora, al di là delle ombre che aduggiano tante realtà terrene, l'universo celeste che unifica gli spiriti più diversi nella sinfonia di una lode teandrica nella quale tutte le differenze si compongono nello splendore dell'unità.
È bello che sia una donna che ha abitato nel mondo della mitezza, ad averci donato l'anticipazione di questa comunione. Essa fa parte del messaggio che lascia a chi l'ha amata come discepola, testimone, sposa del Signore Gesù, madre di poveri di tante povertà.
Emanuela Ghini