Gioia Luigi
INVITATI AD ALZARE LO SGUARDO
2019/2, p. 38
A un nomade, Abramo - che vagava di pascolo in pascolo con il suo gregge e il suo clan, ovunque straniero e forestiero, senza figli, - [… ] il Signore fa una promessa: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle » e soggiunge: «Tale sarà la tua discendenza» (Gen 15,5). Abramo credette in questa promessa. Colui che lo invitava ad alzare gli occhi per contemplare l’immensità del firmamento stellato ne era l’artefice: «Dio fece le due fonti di luce grandi: la fonte di luce maggiore per governare il giorno e la fonte di luce minore per governare la notte, e le stelle» (Gen 1,16). Se lo spettacolo dell’infinità del numero delle stelle dona le vertigini, quanto più si è colti da stupore quando si pensa alla gloria del loro creatore.

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VOCE DELLO SPIRITO
invitati ad alzare
lo sguardo
A un nomade, Abramo - che vagava di pascolo in pascolo con il suo gregge e il suo clan, ovunque straniero e forestiero, senza figli, - [… ] il Signore fa una promessa: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle» e soggiunge: «Tale sarà la tua discendenza» (Gen 15,5). Abramo credette in questa promessa. Colui che lo invitava ad alzare gli occhi per contemplare l'immensità del firmamento stellato ne era l'artefice: «Dio fece le due fonti di luce grandi: la fonte di luce maggiore per governare il giorno e la fonte di luce minore per governare la notte, e le stelle» (Gen 1,16). Se lo spettacolo dell'infinità del numero delle stelle dona le vertigini, quanto più si è colti da stupore quando si pensa alla gloria del loro creatore. I cieli sono un libro aperto che racconta la gloria di Dio: «I cieli narrano la gloria di Dio, l'opera delle sue mani annuncia il firmamento» (Sal 18,2). E lo stupore cresce quando questo Signore ci rivela che i cieli non solo ci fanno conoscere la sua identità, ma narrano anche il suo progetto su di noi. L'infinità delle stelle è stata voluta per significare l'inesauribile fecondità della fede, l'infinito amore del Signore che si china sulla sua creatura per stringere amicizia con essa: «Tale sarà la tua discendenza!». Possiamo anche noi allora esclamare: «Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, che cosa è mai l'uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell'uomo, perché te ne curi?» (Sal 8,4s). Pietro, come Abramo, è stato invitato dal Signore a levare lo sguardo, non però per contemplare il firmamento stellato, ma il giorno che è Cristo, la stella del mattino che si leva nei cuori dei credenti (cf. 2Pt 1,19). [… ] Anche a Pietro e agli altri discepoli il Signore prometteva una discendenza infinita: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini» (Mt 4,19). Anche a loro chiedeva, come ad Abramo, di credere a una tale promessa, a una tale missione, semplicemente sulla sua parola. E anche Pietro, come Abramo, è invitato ad alzare gli occhi, per contemplare la gloria di Dio non semplicemente attraverso il riflesso indiretto che ne offre la creazione, ma sul volto stesso del Cristo: «Il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante» (Lc 9,29). [… ] Luca nota che la gloria di Dio si manifesta sul volto di Gesù nel momento in cui si mette in preghiera. Anche per noi la preghiera è la via di accesso a questa stessa luce, consolazione e speranza. Quando siamo invasi dalla paura, tentati di dubitare del Signore e della sua promessa, solleviamo lo sguardo del cuore per contemplare non più solo le stelle del cielo, ma il volto del Signore. [… ] Su questo volto scorgeremo la luce che scaccia ogni paura, ogni timore: «Il Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò timore? Il Signore è difesa della mia vita: di chi avrò paura?» (Sal 26,1). Questa luce ci renderà saldi nella fede e perseveranti nella speranza: «Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi. Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore» (Sal 26,13-14).
Luigi Gioia
da Nelle braccia del Padre.
Omelie sui vangeli domenicali. Anno C
EDB, Bologna 2018