Prezzi Lorenzo
Giovani tra cyborg e fede
2018/7, p. 45
Il 19 giugno è uscito l’Instrumentum laboris (IL) del sinodo sui giovani. L’appuntamento assembleare del prossimo autunno (3-28 ottobre) porta il titolo: I giovani, la fede e il discernimento vocazionale (cf. intervista al card. Baldisseri, p. 34). Sull’onda del doppio sinodo sulla famiglia, concluso con la post-sinodale Amoris laetitia, la segreteria del sinodo ha sollecitato un ampio coinvolgimento. Ben oltre i tradizionali interlocutori.

Accedi alla tua area riservata per visualizzare i contenuti.

Questo contenuto è riservato agli abbonati a
Testimoni
.
Giovani tra cyborg e fede
Il 19 giugno è uscito l’Instrumentum laboris (IL) del sinodo sui giovani. L’appuntamento assembleare del prossimo autunno (3-28 ottobre) porta il titolo: I giovani, la fede e il discernimento vocazionale.
Sull’onda del doppio sinodo sulla famiglia, concluso con la post-sinodale Amoris laetitia, la segreteria del sinodo ha sollecitato un ampio coinvolgimento. Ben oltre i tradizionali interlocutori. Il documento preparatorio (13 gennaio 2017) è stato affiancato da una lettera ai giovani di papa Francesco. Un seminario internazionale sulla condizione giovanile (11-15 settembre 2017) ha illustrato studi e inchieste in merito. Un questionario on-line ha interessato oltre centomila giovani. Una originale riunione presinodale ha raccolto a Roma 250 giovani da tutto il mondo (19-24 marzo 2018) e si è conclusa con un documento finale, ampiamente citato nell’IL. È prevedibile un uso massiccio dell’on-line anche durante la celebrazione sinodale. Uno sforzo significativo che non nasconde la crescente difficoltà delle Chiese locali, soprattutto occidentali, nell’approccio pastorale ai giovani. Un’apertura di credito fra comunità cristiane e mondo giovanile che sembra non trovare connessione significativa.
I verbi del sinodo
Le tre parti del lungo testo sono scandite da tre verbi: riconoscere (partecipare dello sguardo di Dio sulla realtà, osservando il modo con cui Dio parla a noi attraverso di essa), interpretare (un quadro di riferimento affidabile per andare in profondità), scegliere (propiziare decisioni concrete, profetiche e percorribili). «Siete voi (giovani) che raccoglierete la fiaccola dalle mani dei vostri padri e vivrete nel mondo nel momento delle più gigantesche trasformazioni della sua storia. Siete voi che … formerete la società di domani: voi vi salverete o perirete con essa». Il lirismo del messaggio ai giovani alla fine del concilio (8 dicembre 1965) incrocia l’inquietudine delle nuove generazioni: «A volte finiamo per rinunciare ai nostri sogni. Abbiamo troppa paura, e alcuni di noi hanno smesso di sognare. Ciò è legato alle molteplici pressioni socio-economiche che possono inaridire la speranza tra i giovani. A volte non abbiamo più neanche l’opportunità di continuare a sognare» (n. 43).
Un semplice accenno ad alcuni punti delle tre parti illustra la qualità del testo, senza pretendere alcuna esaustività.
La fatica del diventare adulti («un percorso lungo, complicato, non lineare, in cui si alternano passi in avanti e indietro, dove in genere la ricerca di lavoro prevale sulla dimensione affettiva» n. 16) non trova immediatamente una forma nella religiosità confessionale («la religione non è più vista come la via di accesso privilegiata al senso della vita» n. 29). Il continente digitale, la questione del lavoro, le sconfitte e le esclusioni sembrano più impedire che facilitare le scelte. A partire dalla gestione del proprio corpo: «Le prospettive di integrazione sempre più spinta tra corpo e macchina, tra circuiti neuronali ed elettronici, che trovano nel cyborg la loro icona, favoriscono un approccio tecnocratico alla corporeità anche dal punto di vista del controllo dei dinamismi biologici» con la difficile riconciliazione con la propria creaturalità e il fascino delle esperienze estreme (n. 52).
La seconda parte si avvia con l’imperativo della gioia che abita la giovinezza e con la convinzione che solo una antropologia vocazionale, una vita che si determini in ragione di una chiamata, «sembra adeguata per comprendere l’umano in tutta la sua verità e pienezza» (n. 88). Massiccia e condivisa è la richiesta del discernimento e dell’accompagnamento. Basta pensare alla complessità delle decisioni che riguardano le decisioni della vita, il riconoscimento della volontà di Dio, la comprensione dei segni dei tempi, l’orientamento morale e l’indirizzo spirituale (n. 108).
Vite frammentate e comunità unite
La conversione pastorale e missionaria richiesta nella terza parte mostra i cambiamenti e le riforme che vengono suggerite alla Chiesa per rispondere alle domande e alle esigenze giovanili, «un monumentale cambiamento di atteggiamento, orientamento e pratica» (n. 138). «La Chiesa “si fa” coi giovani, permettendo loro un reale protagonismo e non mettendoli di fronte a un “si è sempre fatto così”» (n. 142). Una Chiesa generativa che aiuta lo sviluppo della libertà di ciascuno dentro il tessuto quotidiano, fatto di studio, di affetti, di lavoro, di musica, di sport, di relazioni, di stili di vita. Come credenti «dobbiamo abituarci a percorsi di avvicinamento alla fede sempre meno standardizzati e più attenti alle caratteristiche personali di ciascuno». I giovani «con le loro esperienze di vita frammentate e i loro cammini di fede incerti, aiutano la Chiesa ad assumere la sua naturale forma poliedrica» (n. 177).
Due numeri sono dedicati all’apporto della vita consacrata (201-202).
Nell’insieme il testo risponde ad uno sforzo «cattolico» e universale di approccio all’esperienza giovanile, una sintesi difficilmente ritrovabile nel mondo accademico. È soprattutto il tentativo di fornire ai padri sinodali indicazioni utili a trasformare il contatto coi giovani in istanze di riforma ecclesiale per un rinnovato annuncio dell’Evangelo.
Lorenzo Prezzi