Mastrofini Fabrizio
Il Sinodo dedicato ai giovani
2017/10, p. 22
Marcia a pieno ritmo la preparazione del Sinodo dei Vescovi 2018 (ottobre) dedicato ai giovani. Il documento preparatorio è on line anche se ancora piuttosto generico e con le domande in base alle quali si provvederà a stilare lo Strumento di lavoro.

Accedi alla tua area riservata per visualizzare i contenuti.

Questo contenuto è riservato agli abbonati a
Testimoni
.
Quasi pronto il documento preparatorio
IL SINODO
DEDICATO AI GIOVANI
Marcia a pieno ritmo la preparazione del Sinodo dei Vescovi 2018 (ottobre) dedicato ai giovani. Il documento preparatorio è on line anche se ancora piuttosto generico e con le domande in base alle quali si provvederà a stilare lo Strumento di lavoro.
Dal documento preparatorio posso segnalare – in maniera molto sintetica – tre aspetti. Il primo – apparentemente banale – è l’idea che ci si debba rivolgere a «tutti» i giovani, alla totalità del mondo giovanile inteso nella fascia di età dai 16 ai 29 anni e dunque non solo a quanti già appartengono o fanno parte della Chiesa. Un secondo aspetto riguarda l’attenzione particolare al «mondo dei new media, che soprattutto per le giovani generazioni è divenuto davvero un luogo di vita; offre tante opportunità inedite, soprattutto per quanto riguarda l’accesso all’informazione e la costruzione di legami a distanza, ma presenta anche rischi (ad esempio cyberbullismo, gioco d’azzardo, pornografia, insidie delle chat room, manipolazione ideologica, ecc.). Pur con molte differenze tra le diverse regioni, la comunità cristiana sta ancora costruendo la propria presenza in questo nuovo areopago, dove i giovani hanno certamente qualcosa da insegnarle». Il terzo aspetto da sottolineare riguarda la necessità di un rinnovamento nei linguaggi della pastorale. «Talvolta ci accorgiamo che tra il linguaggio ecclesiale e quello dei giovani si apre uno spazio difficile da colmare, anche se ci sono tante esperienze di incontro fecondo tra le sensibilità dei giovani e le proposte della Chiesa in ambito biblico, liturgico, artistico, catechetico e mediatico. Sogniamo una Chiesa che sappia lasciare spazi al mondo giovanile e ai suoi linguaggi, apprezzandone e valorizzandone la creatività e i talenti». Qui si inserisce una significativa appendice – tuttavia con un salto logico rispetto a ciò che precede – sullo sport al quale va riconosciuto di essere «una risorsa educativa dalle grandi opportunità e nella musica e nelle altre espressioni artistiche un linguaggio espressivo privilegiato che accompagna il cammino di crescita dei giovani».
Seminario internazionale
a Roma
Una tappa significativa della preparazione la si è vista nel Seminario internazionale sulla situazione giovanile che si è svolto a Roma a metà settembre. Ferma restando la difficoltà di dare una panoramica davvero generale ed approfondita della sfaccettata e differenziata realtà mondiale, dai lavori sono emersi spunti importanti.
«Il Sinodo dei giovani può rappresentare un tassello di quel rinnovamento missionario della Chiesa, che per l’Esortazione apostolica Evangelii gaudium, costituisce la sfida di questo tempo. Ai giovani dobbiamo rivolgerci non solo perché ci aiutino a comprendere come annunciare il Vangelo ma anche per capire meglio cosa Gesù chiede alla sua Chiesa, cosa si aspetta da essa, cosa tagliare e cosa cucire di nuovo per questa missione». Lo ha detto il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, facendo notare il lavoro che si sta svolgendo nella Segreteria anche grazie alla creazione di un sito web (youth.synod2018.va) con un questionario questa volta rivolto direttamente ai ragazzi dai 16 ai 29 anni. «I giovani che hanno finora risposto sul sito – ha affermato il cardinale – sono circa 130mila, circa 250mila i contatti. Un numero davvero importante. Per inviare le risposte c’è tempo fino alla fine di novembre». «Da un primo esame delle risposte – ha aggiunto il segretario generale del Sinodo – emerge che la famiglia è uno dei temi più a cuore ai giovani, permane in molti la percezione della Chiesa come un luogo di proibizione».
Durante il seminario internazionale sono stati trattati diversi temi: identità, progettualità, alterità, tecnologia e trascendenza, cercando di conservare uno sguardo realistico sul mondo giovanile. «Non abbiamo sottaciuto il disorientamento che oggi connota le nuove generazioni e che spesso è il risultato di altre crisi, quella della famiglia e della società civile. Ma il realismo – ha sottolineato il cardinale Baldisseri – non è mai sfociato in pessimismo. Malgrado le tante contraddizioni di questo tempo, i giovani di oggi sono più intraprendenti di quelli del passato, ricchi di stimoli e proposte».
Una nuova indagine
sugli studenti universitari
Rilancia l’impegno di «fare del Sinodo dei giovani un Sinodo con i giovani» mons. Angelo Vincenzo Zani, segretario della Congregazione per l’educazione cattolica. In questa prospettiva la Congregazione sta lavorando ad una nuova indagine sugli studenti universitari, spiega mons. Zani, tenendo conto dell’Instrumentum laboris del Sinodo. «Come dicastero vogliamo sviluppare questa ricerca per il Sinodo – prosegue – ma soprattutto per impostare la pastorale universitaria a livello mondiale. Per le università cattoliche la sfida più grande è il rimanere fedeli alla propria identità entrando al tempo stesso con coraggio nei processi di cambiamento in atto». Il punto di riferimento è la costituzione apostolica Ex corde Ecclesiae; tuttavia secondo il segretario della Congregazione vaticana «il nostro servizio riguarda non solo le università cattoliche ma tutti gli atenei. Occorre elaborare delle idee, ma non a tavolino bensì utilizzando la vita e le esperienze che ci sono nelle università. Dopo il Sinodo organizzeremo un seminario ristretto per raccogliere le migliori esperienze in tutti gli atenei e a questo fine stiamo individuando alcune piste di lavoro».
Dall’Argentina Angela Cristina Calvo, dell’Università di Buenos Aires, ha notato l’importanza di «comprendere i giovani nel loro rapporto con la situazione storica e sociale in cui si trovano a vivere, le loro emozioni, le loro motivazioni e le loro dinamiche relazionali. Ma è anche essenziale accompagnarli nel prendere decisioni profonde e, per questo, le agenzie ecclesiali e pastorali dovrebbero ripensare le metodologie e modi per aiutarli a considerare tale impegno come vocazione e incarnazione di una vita di fede di fronte alla dolorosa realtà dei più vulnerabili e trasformare le ingiustizie strutturali». Per la docente «non si può frammentare l’intera vita dei giovani, i loro sogni, la loro identità per cercare di spiegare il loro maggiore o minore impegno politico». Il tema dell’impegno politico pone diverse questioni alla Chiesa. Ad esempio «quale tipo di pastorale richiede il XXI secolo affinché i giovani che fanno parte della comunità ecclesiale entrino in contatto con la realtà sociale?». «I Millennials (i nati dal 1979 al 2000 nel mondo occidentale, ndr) sono una generazione propositiva, piena di vita, esigente e informata, socievole e collaborativa, autosufficiente, innovativa e creativa ma spesso il suo impegno è fugace. Comprendere le cause di questa demotivazione è un compito che non finirà mai». Da qui l’urgenza di «restituire ai giovani senso del futuro, orizzonti di speranza, senso di trascendenza per dare loro un senso di appartenenza a una comunità della quale sono protagonisti, e di cui condividono aspirazioni e obiettivi, creando reti relazionali genuine e sostenibili». Ma soprattutto, è stata la conclusione, è urgente «restituire loro la capacità di sognare. Soprattutto a quei giovani che vivono in situazioni di violenza, di esclusione, di dipendenza, di distruzione e di divisione. Dare loro la possibilità di immaginare che esistono altre realtà e che detengono tutte le capacità e le forze di rompere con questi cicli distruttivi e generare nuove realtà, che ridanno significato alla loro vita e a quella degli altri, costruendo un orizzonte di speranza».
Alcune proposte
emerse
Tra le proposte emerse durante i lavori va segnalata quella di avere una vera e propria equipe dei giovani che affianchi il lavoro della Segreteria generale del Sinodo per preparare momenti di confronto e di dialogo nel Sinodo tra vescovi e giovani. Si tratta – ha dichiarato il cardinale Baldisseri – di una cosa nuova «ed è una bella proposta. I giovani, va detto, saranno all’interno del Sinodo come uditori e potranno così dare il loro contributo diretto. Cercheremo di ampliare quanto più possibile questa presenza». Tra le altre richieste avanzate dai giovani durante il seminario anche quella di coinvolgere stabilmente alcuni giovani negli organismi della Santa Sede”. Per Baldisseri si tratta di «una istanza da raccogliere che esula dalle nostre competenze, ma che possiamo affidare ai padri sinodali».
Intanto la Civiltà Cattolica ha dedicato a fine settembre un articolo al Sinodo dei Vescovi sui Giovani, firmato dal gesuita argentino Diego Fares. Significativo a suo dire, nei testi resi noti finora nella fase preparatoria, è che la Chiesa voglia «entrare in dialogo con i giovani non soltanto come maestra, ma anche come discepola, come Chiesa che attraverso i giovani potrà percepire la voce del Signore». La rivista dei gesuiti evidenzia che con questo Sinodo, per volere di Papa Francesco, «la Chiesa si mette nell’atteggiamento di chi si pone la domanda su come accompagnare bene i giovani» e li incoraggia ed essere a loro volta protagonisti della propria vocazione e del loro destino. Una parte importante dell’articolo è dedicata al Papa e i giovani. «Con i suoi quattro volte venti anni, Francesco comunica molto bene con chi di anni ne ha solo venti». Francesco, riprende padre Fares, è apprezzato dalla gioventù perché «non recita un copione», «si espone al dialogo e alle domande scomode» Questo atteggiamento, si legge ancora, si ritrova nel Documento del Sinodo che riconosce «la pluralità dei mondi giovanili» e guarda ai giovani «laddove vivono», cogliendone la dimensione esistenziale. È un aspetto molto importante perché se così non fosse ci sarebbe il pericolo di «perdere» intere generazioni. «Di fronte alla provvisorietà delle decisioni che caratterizza il mondo – scrive padre Fares – l’indicazione del Papa è: Rischia!». Il Papa chiede ai giovani di essere esigenti e audaci e «giocarsi tutto per un ideale». Fede, discernimento e vocazione sono i capisaldi del Documento che «parte dalla domanda che la Chiesa rivolge a se stessa: come accompagnare i giovani affinché riconoscano la chiamata e come chiedere loro aiuto per identificare le modalità più efficaci per evangelizzare». Il criterio, prosegue, è «che se si vuole dialogare con i giovani e accompagnarli veramente, è essenziale la scelta di un tema di primaria importanza, in cui essi si giochino la loro vita». In conclusione, scrive padre Fares, il Documento preparatorio per il Sinodo mostra una Chiesa «compagna di cammino dei giovani» consapevole che per accompagnare bisogna «trovare linguaggi della pastorale» che possano essere pienamente compresi dai giovani.
Fabrizio Mastrofini