Ecclesiologia e normativa del Codice dei canoni delle Chiese orientali

Nel 30° anniversario della promulgazione del «Codex canonum Ecclesiarum orientalium» (1990-2020)

Pubblicazione:  14 gennaio 2021
Edizione:  1
Pagine:  400
Peso:  575 (gr)
Collana:  B3 Nuovi saggi teologici  sezione: Series Maior
Formato:  170x240x19 (mm)
Confezione:  Brossura
Prefazione di:  Giorgio Demetrio Gallaro
EAN:  9788810412480 9788810412480
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Descrizione
Il 18 ottobre 1990 papa Giovanni Paolo II ha promulgato il Codex canonum Ecclesiarum orientalium, entrato in vigore il 1° ottobre dell'anno succesivo. Si tratta del Codice comune a tutte le Chiese orientali cattoliche, emanato per la prima volta nella storia della Chiesa dalla Sede Apostolica. Questo testo fa parte integrante dell'unico Corpus iuris canonici, costituito dai tre documenti: il Codice di diritto canonico della Chiesa latina, promulgato nel 1983; la costituzione apostolica Pastor Bonus del 1988 per il riordinamento della Curia Romana e, appunto, il Codice dei canoni delle Chiese orientali, articolato in 30 titoli, divisi in capitoli, suddivisi a loro volta in articoli, e comprendente 1546 canoni.
La promulgazione di due Codici di diritto canonico è anzitutto l’attuazione dell’ecclesiologia del Concilio Vaticano II enunciata nei documenti conciliari Lumen gentium, Orientalium Ecclesiarum e Unitatis redintegratio, dai quali emerge il principio dell’unità della Chiesa universale nella legittima diversità: unica fede professata in diverse teologie; unica fede celebrata nelle diverse liturgie; unica fede testimoniata nelle diverse discipline. Il Codice dei canoni delle Chiese orientali esprime questa realtà con il termine Ritus, che consiste nel patrimonio liturgico, teologico, spirituale e disciplinare delle Chiese che hanno origine dalle tradizioni alessandrina, antiochena, armena, caldea e costantinopolitana.
Sommario
Abbreviazioni e sigle. Prefazione (G.D. Gallaro).  Premessa.  I. La ratio ecclesiologica della promulgazione di due codici di diritto canonico: uno per la Chiesa latina (CIC) e l’altro per le Chiese orientali cattoliche (CCEO).  II. La codificazione del diritto canonico delle Chiese orientali cattoliche alla luce dei sacri canones del primo millennio e dell’ecclesiologia conciliare del Vaticano II.  III. Principi ecclesiologici del diritto comune delle Chiese orientali sui iuris e del diritto particolare di ciascuna Chiesa sui iuris.  IV. L’ecclesiologia dei sacri canones del primo millennio, fonte di interpretazione del Codex canonum Ecclesiarum orientalium.  V. Il senso ecclesiologico dello status sui iuris delle Chiese orientali cattoliche nell’unitas e varietas ecclesiarum.  VI. Il sacramento dell’ordine episcopale. Sinodalità e primato: dottrina ed esercizio secondo il Codex canonum Ecclesiarum orientalium.  VII. L’istituzione dei patriarchi orientali. Approccio ecclesiologico e canonico circa origine, autorità, prerogative d’onore, territorialità e ius vigilantiae.  VIII. Lo ius se regendi (autonomia di governo) delle Chiese orientali cattoliche nella piena comunione con la Sede apostolica alla luce del Codex canonum Ecclesiarum orientalium.  IX. Lo status ecclesiologico e le strutture canoniche per la cura pastorale dei fedeli cattolici orientali in diaspora nei territori della Chiesa latina alla luce dei due Codici.  X. L’ecclesiologia della riforma del processo canonico per le cause di dichiarazione di nullità del matrimonio nelle Chiese orientali e la centralità del vescovo secondo il motu proprio Mitis et misericors Iesus e il Codex canonum Ecclesiarum orientalium.  XI. Le prescrizioni liturgiche del Codex canonum Ecclesiarum orientalium alla luce dell’istruzione per la loro applicazione della Congregazione per le Chiese orientali (1996).  XII. L’attività missionaria della Chiesa alla luce dei due Codici: Codex canonum Ecclesiarum orientalium e Codex iuris canonici della Chiesa latina.  XIII. Natura e finalità dei beni temporali della Chiesa alla luce dei sacri canones antichi e del Codex canonum Ecclesiarum orientalium.  XIV. Le Chiese e comunità ecclesiali non cattoliche nella normativa del Codex canonum Ecclesiarum orientalium.  XV. L’ecumenismo come condizione per l’identità delle Chiese orientali cattoliche alla luce del Codex canonum Ecclesiarum orientalium.  XVI. Il dialogo teologico in corso tra la Chiesa cattolica-romana e la Chiesa ortodossa alla luce dei sacri canones del primo millennio.  XVII. La ratio ecclesiologica, pastorale ed ecumenica della concordanza tra i due codici, CIC e CCEO (motu proprio De concordia inter codices, 31 maggio 2016).  XVIII. La dimensione ecclesiologica della vita consacrata nel Codex canonum Ecclesiarum orientalium.  XIX. Dimensione ecclesiologica, ecumenica, missionaria e pastorale della funzione della Congregazione per le Chiese orientali.  Bibliografia.
Note sull'autore
Dimitrios Salachas, vescovo titolare di Grazianopolis, esarca apostolico emerito per i cattolici di rito bizantino in Grecia, è stato a lungo docente di Diritto canonico orientale e referendario della Segnatura Apostolica, consultore del Pontificio Consiglio per l'Unione dei Cristiani, della Congregazione per le Chiese orientali, del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. È stato membro della Pontificia Commissio Codicis Iuris Canonici Orientalis Recognoscendo, all’interno della quale ha collaborato per la parte del cœtus de matrimonio. È stato professore ordinario alla Pontificia Università Urbaniana e ha insegnato all'Istituto di Teologia Ecumenica San Nicola di Bari, alla Pontificia Università Gregoriana, all’Angelicum, al Pontificio Istituto Orientale e all'Institut Catholique di Parigi. È membro della Commissione Internazionale mista per il dialogo teologico ufficiale tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa.