Ha ancora senso parlare di guerra giusta?

Le recenti elaborazioni della teologia morale

Pubblicazione:  settembre 2010
Edizione:  1
Pagine:  160
Peso:  200 (gr)
Collana:  G1 Oggi e domani
Formato:  140x210x10 (mm)
Confezione:  Brossura
EAN:  9788810140581 9788810140581

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Descrizione
Nel famoso discorso dell’ottobre 1965 all’ONU, Paolo VI aveva già fatto propria l’esigenza di un mondo senza guerra, escludendo ogni riferimento all’accettabilità di una guerra giusta. Su questa via, il volume approfondisce, a livello teologico, storico e giuridico, come oggi il ricorso alla guerra non possa mai essere riconosciuto giusto, o addirittura doveroso, per risolvere le crisi internazionali. Anche l’esigenza di proteggere le popolazioni da aggressioni violente, nei limiti propri della legittima difesa, dovrà assumere forme del tutto diverse, non solo nominalmente, rispetto a quelle tipiche della guerra. I contributi raccolti nel volume orientano a un forte impegno verso la prevenzione dei fattori che favoriscono i conflitti: creare condizioni di giustizia, anche sociale ed economica, nei rapporti tra le nazioni, avversare gli interessi di parte, come la produzione e il commercio degli armamenti. Viene infine sottolineato il ruolo fondamentale che possono assumere le procedure e le esperienze della giustizia conciliativa.
Sommario
Introduzione.  1. La sorte della teoria della guerra giusta (L. Lorenzetti).  2. Questioni di fondazione biblica e teologica (S. Bastianel).  3. L’invalidazione della guerra. Il recente magistero ecclesiale (P. Carlotti).  4. Dalla guerra giusta all’ingerenza umanitaria? (C. Bresciani).  5. Visioni della giustizia e giustificazioni della guerra (L. Eusebi).  6. Giovan Battista Montini e l’esperienza della «guerra ingiusta» (F. De Giorgi).  7. La «pace perpetua»: utopia o progetto storico? (G. Campanini).
Note sull'autore
CARLO BRESCIANI, del clero di Brescia, è direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Brescia.LUCIANO EUSEBI è professore ordinario di diritto penale nella Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, e direttore del Centro studi Paolo VI «Mai più la guerra».