La Nostra fede è la nostra vita

Memorie. A cura di Marco Dalla Torre. Traduzione in lingua italiana di Giuseppe Munarini, Cristian Florin Sabău e Ioan Mărginean-Cociş. Note all’edizione italiana di Giuseppe Munarini

Pubblicazione:  21 novembre 2016
Edizione:  1
Pagine:  520
Peso:  695 (gr)
Collana:  G2 Fede e storia
Formato:  140x210x29 (mm)
Confezione:  Brossura
Altri autori:  Tradotto da Giuseppe Munarini  -  Tradotto da Cristian Florin Sabău  -  Tradotto da Ioan Mărginean-Cociş
EAN:  9788810102138 9788810102138
Ultima ristampa:  8 maggio 2017
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Descrizione
Autunno 1961. Il vescovo Iuliu Hossu è in carcere da 13 anni. È per lui un periodo di totale isolamento e solo il fratello Traian ha il permesso di fargli visita. Gli porta tre quaderni e una boccetta di inchiostro. Hossu – con il timore di essere scoperto dalla Securitate, la feroce polizia segreta della Romania comunista – scrive una lunga e appassionata lettera ai fedeli della sua diocesi e al suo successore. Si augura che quel testo possa vedere la luce quando la Chiesa uscirà dalle catacombe. Traian custodirà i preziosi quaderni fino alla caduta del regime di Nicolae Ceaușescu. Questo straordinario documento storico, pubblicato per la prima volta in Italia, testimonia l’appassionato amore della Chiesa romena di rito bizantino per Dio e per la Chiesa.
Sommario
Prefazione (F. Crihălmeanu).  Notizie sull’autore.  Nota all’edizione italiana (M. DallaTorre - G. Munarini - C.F. Sabău).  I. Quaderno primo. Resta con noi, Signore, il giorno già volge al declino. Memorie degli anni 1947-1950.  II. Quaderno secondo. La casa del dolore e della sofferenza. Memorie degli anni 1950-1955.  III. Quaderno terzo. L’esilio nella nostra cara patria. Memorie degli anni 1956-1961.  Appendici. Il cardinale dal pastrano di pelle di pecora (S.A. Prunduş).  Cenni biografici dei principali personaggi ricordati nell’opera (G. Munarini).
Note sull'autore
Iuliu Hossu (1885-1970), eparca di Cluj-Gherla in Transilvania per 52 anni, è stato incarcerato dal regime comunista nell’ottobre 1948. Ha trascorso cinque terribili anni nel carcere di sterminio di Sighet ed è morto in prigionia nel 1970, all’età di 85 anni. È stato il primo cardinale della Chiesa greco-cattolica rumena, anche se – per questioni di opportunità – Paolo VI lo nominò in pectore, rivelandone il nome solo tre anni dopo la morte. È attualmente in corso la causa di beatificazione.