Che cos'è il sacro?

Il sacro

Gli uomini parlano di «sacro» riferendosi a un luogo, un oggetto, un tempo, una persona, un libro... Tuttavia, non tutte le culture ritengono sacre le stesse cose o le stesse persone.
Nei confronti del sacro è necessario avere sempre un’attenzione particolare, perché esso possiede un’energia che può essere scaricata con effetti positivi (ad es. la fertilità), ma anche negativi (ad es. la rottura di un taboo, cioè di un’interdizione religiosa, un divieto).
I latini distinguevano il sacro dal «santo», ossia ciò che è stato dichiarato sacro, e che trova il suo opposto nel profano, cioè tutto ciò che non è sacro.
In tutti i casi «sacro» è qualcosa o qualcuno di veramente importante.
Secondo il documento riportato in apertura di questo WIP, risulta chiaro come sia difficile dire che cosa sia veramente il sacro. Tuttavia è possibile studiare i fenomeni che gli uomini definiscono sacri.

Tempo sacro e tempo profano


Come abbiamo visto in precedenza (vedi pp. 41-42) l’uomo, dopo aver suddiviso il tempo in piccolissime unità (giorni, settimane, mesi, stagioni, anni) ha anche diviso con cura il tempo da dedicare alle attività quotidiane (il tempo profano) da quello da dedicare a Dio (il tempo sacro) in cui pregare, adorare, sacrificare alla divinità.

Lo spazio sacro


Come primi luoghi di culto l’uomo scelse siti naturali. Caverne, antri, boschi, montagne, fonti d’acqua e il mare furono i primi santuari, a cielo aperto o nelle profondità della terra.
Ben presto però l’uomo volle costruire altari, decorare le pareti rocciose e costruire i primi templi, eretti in pietra o in granito, scolpiti nel legno o scavati nel tufo.
In genere i santuari erano lontani dal centro abitato e gli uomini vi si recavano in pellegrinaggio per compiere riti. In seguito l’uomo iniziò a portare il tempio all’interno delle mura della città: con le prime grandi civiltà sedentarie, le comunità umane si ritagliarono in mezzo alla natura un luogo completamente artificiale (prima il villaggio, poi la città), per trascorrere la vita quotidiana. E lì edificarono i loro templi. È il sacro che si rende presente in mezzo alla comunità degli uomini.

Gli specialisti del sacro


Le culture e le religioni hanno bisogno di chiarire i ruoli delle persone che gestiscono la comunità e nello stesso tempo hanno bisogno di mediatori. Per compiere i riti sacri sono necessarie persone in grado di accostare il sacro senza correre rischi. Inoltre la comunità deve essere rassicurata sul fatto che gli addetti al sacro conoscano il modo corretto per mettere in comunicazione il gruppo o il singolo con la divinità. Per questi motivi le persone che si dedicano al culto devono essere scelte e riconosciute. È necessario inoltre che gli intermediari tra Dio e l’uomo siano debitamente formati e istruiti.

Le azioni religiose

Per la vita del credente hanno molta importanza le azioni religiose, vale a dire quegli atti compiuti con l’espressa intenzione di disporsi in relazione con la divinità. Tra queste azioni religiose possiamo inserire la preghiera, il sacrificio, il digiuno.

La preghiera


La preghiera è l’atto con cui la persona esprime l’intenzione di mettersi in comunicazione con la divinità attraverso la parola, il gesto, l’affetto. La preghiera può essere personale, intima, silenziosa, ma può anche essere accompagnata da forme comunitarie solenni come canto e musica.
Pregare è anche cercare un particolare tipo di rapporto con la divinità, fatto di relazione, di sentimento, di amore e di adorazione.

Nell’induismo, la preghiera è fatta soprattutto di devozione a una divinità particolare scelta dalla persona, alla cui immagine si presta una cura particolare. La preghiera ebraica è realizzata in particolare attraverso la recita di salmi che scandiscono le ore della giornata e i momenti più importanti della vita dell’uomo; il Sabato è il giorno della preghiera in sinagoga. L’islam richiama cinque volte alla preghiera i suoi credenti che il Venerdì sono convocati in moschea per la preghiera pubblica.

Il sacrificio


Il sacrificio consiste nel prelevare qualcosa che appartiene all’ordine naturale delle cose per donarlo a Dio, facendolo passare dalla realtà profana a quella sacra. Non esiste religione che non abbia qualche tipo di sacrificio.
Alla divinità vengono donati oggetti: prodotti del lavoro, vegetali, animali, persone. Tutto ciò che viene donato/sacrificato diventa sacro e può essere distrutto realmente o anche simboli camente. Colui che compie un sacrificio crede nell’esistenza di un Essere superiore che agisce in qualche modo nella sua vita.